Sindacati

Un contratto nazionale forte è la migliore risposta per chi vuole diversificare gli stipendi su base regionale

Un contratto nazionale forte è la migliore risposta per chi vuole diversificare gli stipendi su base regionale. Il 31 dicembre 2018 è scaduto il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del comparto “Istruzione e Ricerca”.

In vista del rinnovo, i sindacati di categoria (FLC CGIL, CISL FSUR e UIL Scuola RUA) hanno avviato la fase di costruzione della nuova piattaforma per il triennio 2019-2021.
Negli ultimi due numeri del Giornale della Effelleci i testi delle linee guida con le parti comuni insieme a quelle per le sezioni scuola e AFAM e università e ricerca.

IL TESTO

Al testo firmato il 19 aprile dello scorso anno per il triennio 2016-2018 si è arrivati dopo una lunga battaglia durata quasi dieci anni. Per aprire il confronto, lo ricordiamo, la FLC CGIL è dovuta anche ricorrere ad una vertenza legale, portando la controparte davanti al giudice.

Anche la strada verso il rinnovo del contratto di lavoro si presenta tutta in salita

Con l’ultima legge di bilancio approvata dal Parlamento, il “governo del cambiamento” ha stanziato risorse irrisorie per i contratti dei comparti pubblici: a regime nel 2021 l’aumento medio sarebbe pari a poco meno di 38 euro lordi, meno della metà di quanto necessario per la sola copertura dell’inflazione prevista nel prossimo triennio. Il Governo, programmando di fatto la riduzione del potere d’acquisto delle retribuzioni dei lavoratori pubblici, contraddice in maniera clamorosa le promesse fatte e la sua stessa politica economica, che dichiarano volta al rilancio dell’economia attraverso l’aumento della domanda interna dei consumi.

Una prima risposta ai provvedimenti del governo è arrivata il 9 febbraio scorso con l’imponente manifestazione “#FuturoalLavoro” organizzata unitariamente a Roma. In quella occasione è stato ribadito come il rinnovo del contratto nazionale, in particolare quello del comparto “Istruzione e Ricerca”. Rappresenta anche uno degli strumenti più efficaci per combattere il tentativo di rompere l’unitarietà del sistema educativo nazionale. In quanto  un contratto nazionale forte rappresenti di per sé la migliore risposta all’idea di diversificare le retribuzioni su base regionale.

 

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