Cronaca

“Ma quale lavoretto? Tu non hai il papà!” e lo strattona. Maestra della primaria a processo

La maestra elementare Giuseppina Occhinero, docente 59enne di Gravedona (Como),  è stata rinviata a giudizio con l’accusa di maltrattamenti nei confronti di sei bambini di 8 anni. A riportare la notizia è Il Giorno, precisando che l’insegnante era già oggetto di monitoraggio da parte dei carabinieri di Menaggio. I genitori di uno dei bimbi finiti nel mirino dell’insegnante, avevano segnalato loro il comportamento poco consono della maestra Giuseppina.

Gli episodi di violenza, ricostruiti dalle forze dell’ordine, sono a dir poco agghiaccianti. L’ultimo risale a ieri, quando la docente avrebbe afferrato con una mano la testa di un bimbo “scuotendola energicamente” per punirlo a causa di un compito sbagliato. Salvo poi accorgersi che in realtà era corretto e chiedergli scusa.

In un altro caso, avrebbe apostrofato un bambino – colpevole forse di aver finito la colla stick – chiedendo perentoriamente: “Dov’è quella di ricambio? Va messa nello zaino… Tu ascolti la mamma o la maestra… decido io o decide lei?”.

A metà marzo, poi, la maestra avrebbe strattonato una bimba, colpevole di aver disegnato una casetta con due finestre anzichè quattro. “Tutto questo tempo e nei hai fatte due… non ne posso più di te! Tutto sbagliato!”. A un altro bimbo, che aveva sbagliato a colorare, la Occhionero avrebbe preso la giacca appoggiata sulla sedia scagliandola a terra, per poi avvicinarsi alla faccia e gridare

Ancora, in un’altra occasione, pare che la docente abbia mortificato psicologicamente un alunno durante la festa del papà, intimandogli di non realizzare il lavoretto. Come stavano facendo gli altri compagnetti, in occasione della festa. “Ce l’hai il papà? Io non l’ho visto… dov’è tuo papà… perché dici che è a casa? Tu questo non lo fai perché non ce l’hai il papà!”.

In totale, si para di 30 episodi simili, riscontrati e finiti nel capo d’imputazione.  Spetterà alla docente, con l’assistenza dell’avvocato Alberto Gerosa, difendersi dalle accuse.

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