MIM

Autonomia, Bussetti: “Programmi e ordinamenti restano nelle mani dello Stato”

L’autonomia differenziata può essere un’opportunità di crescita per la scuola, senza creare disparità tra Nord e Sud. L’ha detto in una intervista a “Italia Oggi” Marco Bussetti, ministro dell’istruzione e dell’università.

Bussetti assicura che, anche in caso di maggiore autonomia di alcune Regioni, i programmi e gli ordinamenti, per esempio, resteranno allo Stato. “Non smetteremo di fare ciò che facciamo adesso. Definire un’azione politica che miri a offrire la migliore istruzione possibile ai giovani”. E per quanto riguarda il reclutamento dei futuri docenti, il ministro chiarisce: puntiamo su concorsi snelli e banditi a cadenza regolare.

AUTONOMIA COME OPPORTUNITA’

“L’autonomia è un’opportunità. Già oggi quella scolastica da’ la possibilità agli istituti di progettare le proprie. Il reclutamento avviene per concorso, lo prevede la Costituzione. Per questo vogliamo concorsi snelli, trasparenti e banditi periodicamente, sulla base delle esigenze effettive delle scuole e dei territori”.

IL RUOLO DELLO STATO

E questo – spiega – il modello di reclutamento di questo governo attività recependo le esigenze degli studenti e dei territori. Abbiamo già discusso a livello tecnico e stiamo adesso discutendo a livello politico le richieste di alcune Regioni. Lo Stato comunque avrà sempre un ruolo fondamentale. Dovrà vigilare affinché vengano assicurati ovunque, allo stesso modo, servizi di qualità. Saranno garantiti livelli di educazione e formazione adeguati in tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda il lavoro portato avanti con Veneto e Lombardia su università e istruzione il ministri osserva che la discussione e’ aperta, i lavori sono in corso.

“Penso – dice – sia meritevole di massima attenzione la prospettiva di destinare più risorse al sistema di istruzione e formazione. Perché questo vuol dire investire sui nostri giovani. Stiamo valutando – continua – tutti gli aspetti e i risvolti di una possibile autonomia differenziata, cosi’ da portare specifiche attenzioni alle singole Regioni interessate e al sistema nel suo complesso”.

I sindacati accusano il governo di voler spaccare il paese

“Dovremmo tenere fuori la scuola dalle strumentalizzazioni politiche. L’ho detto in più occasioni, lo ribadisco ancora: non esiste una scuola del Nord e una scuola del Sud. La scuola e’ una sola in tutto il Paese. E nessuno ha intenzione di creare condizioni di disparità. Al contrario, vogliamo costruire nuove opportunità di crescita. Per tutti e con il contributo di tutti”.

“Valorizzando – aggiunge – le specificità dei territori e dei loro tessuti sociali e produttivi. In generale, gestire una realtà sul territorio e’ meglio che farlo da Roma”.

IL CASO CAMPANIA

In merito alla richiesta di maggiore autonomia avanzata anche dalla Campania, il ministro spiega che verrà presa in considerazione esattamente come tutte le altre avanzate fino a ora. Una linea che peraltro ha ribadito lo stesso ministro Stefani qualche giorno fa. “Erika sta facendo un ottimo lavoro. Che la Campania voglia più autonomia e’ una buona notizia: ad Afragola e Caivano ho visto istituti scolastici che funzionano benissimo. Dare più autonomia e maggiori possibilità di azione ai dirigenti scolastici sara’ un bene per la scuola”.

L’unita’ del Paese, insomma, non viene messa in discussione

“E’ la stessa Costituzione a prevedere la possibilità , all’articolo 116, di una autonomia differenziata per le Regioni, gia’ dal 2001. Quando si attua per la prima volta qualcosa di nuovo è normale che si debbano fare riflessioni approfondite. Dico che su questo tema dobbiamo avere un atteggiamento equilibrato e valutare tutti gli aspetti, con serenità, senza essere prevenuti”. In ministro si sofferma inoltre sul ruolo che resterà all’amministrazione centrale. Continuerà – dice – a essere quello attuale. I programmi e gli ordinamenti, per esempio, resteranno allo Stato. Vigileremo sulla qualità dell’offerta formativa. Non smetteremo di fare cio’ che facciamo adesso: definire un’azione politica che miri a offrire la migliore istruzione possibile ai giovani. Sono il futuro del Paese. Tutti, nessuno escluso. Il governo ha aperto alla parlamentarizzazione della riforma dell’autonomia. Sotto questo riguardo Bussetti e’ molto chiaro.

“Pensiamo che decisioni e riforme di questo tipo debbano essere condivise e discusse nelle sedi opportune. Nessuna imposizione dall’alto, ma confronto per il bene dei cittadini e del Paese”, ha concluso Bussetti.

Altre notizie su OggiScuola

QUI LA PAGINA FACEBOOK

Articoli correlati

Back to top button