Opinioni

“La nuova educazione civica a scuola è un fritto misto inutile che penalizzerà lo studio della storia”

“Sotto il cappello dell”educazione civica’ ci si imbatte in una infinità di temi diversissimi come l’educazione alla legalità, l’educazione ambientale e stradale, l’educazione al bello, la lotta contro le dipendenze come droghe, alcol e ludopatie. Si ha l’impressione di precipitare in un supermarket delle emergenze civili contemporanee, privo di un solido impianto culturale. Con l’aggravante che questo supermercato rischia di rubare spazio alla storia“.

Con queste parole critiche e allarmanti si esprime Giuseppe Laterza, alla guida della storica casa editrice omonima di Bari. Sentito da La Repubblica, l’editore commenta con sgomento la nuova proposta di legge, presentata dalla Lega, di reintrodurre l’educazione civica a scuola. Il testo della legge, nato su iniziativa del deputato Massimiliano Capitanio, è ora all’esame in commissione Cultura alla Camera.

Il “fritto misto”

La buona accoglienza della proposta, dimostrata anche da PD e FDI, non convince l’editore barese, secondo cui la nuova legge non sarebbe altro che “un fritto misto”. Un contenitore confusionario che finirà per penalizzare lo studio della storia (già molto ridimensionato). Laterza, in quanto editore di testi scolastici, è alle prese con la pubblicazione di nuovi testi didattici.

“I nuovi manuali di storia? Al momento siamo fermi – spiega – Perché ancora non è chiaro come dobbiamo aggiornarli: se con l’educazione alla salute o con quella stradale, o se puntare sul cyberbullismo o sulla ludopatia. Quella suggerita dalla nuova proposta di legge presentata dalla Lega ci sembra un’idea molto confusa della contemporaneità”.

Ore in meno alla storia?

Il problema, però, non si limita agli argomenti, quanto al tempo dedicato alla “nuova materia”. Una disciplina che, secondo i critici, finirebbe per “pestare i piedi” all’insegnamento della storia.

“Non è scritto da nessuna parte che questa nuova materia curricolare è aggiuntiva rispetto alle altre. – prosegue Laterza – E nell’articolo 2 della proposta di legge è specificato che a insegnarla sono chiamati i docenti dell’area storico-geografica delle scuole primarie e secondarie di primo grado e i docenti dell’area economico-giuridica nelle scuole secondarie di secondo grado. Ossia gli insegnanti che talvolta vengono affiancati ai professori di storia. Questo cosa vuol dire? Il timore fondato è che a risentirne sia soprattutto il programma di storia. E quella più esposta è la storia del Novecento“.

“Per la nuova materia – argomenta l’editore – sono previste trentatré ore all’anno, una alla settimana. A parte il classico dove le ore sono tre, in tutti gli altri licei le ore dedicate alla storia sono solo due alla settimana. La nuova disciplina se ne porterebbe via la metà“.

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